Curare la solitudine con 5 consigli pratici (ed esercizi)

Curare la solitudine e il suo dolore: si può

La solitudine è un sentimento che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita, così come il dolore che a questa esperienza si accompagna. Per te che leggi questa pagina è forse giunto il momento di trovare il modo più adatto a te per curare il dolore legato alla solitudine che stai provando (o che sta provando qualcuno di caro al tuo fianco).

In questo articolo troverai consigli pratici, due esercizi facili, riflessioni utili e l'indicazione dei Fiori di Bach a supportodel tuo percorso di liberazione dal dolore generato dal sentimento di solitudine interiore.

Cos'è la solitudine davvero?

Per ragioni linguistiche, è spesso facile confondere il significato del termine solitudine. Infatti, nella mia esperienza, professionale e personale, ho notato che tendiamo facilmente a confondere il "sentirci solə" con il sentirci "isolatə".

Che cos'è davvero la solitudine? Da dove arriva il dolore che la accompagna? Quello che generalmente proviamo quando diciamo di sentirci soli è il dolore di non essere visti o compresi; questo dolore, quindi, non dipende dalla presenza o meno di un'altra persona.

Esempio: possiamo provare solitudine dopo una lite con il nostro compagnio, per non essere state comprese e nonostante stia dormendo al nostro fianco sentire il dolore della solitudine.

Ma solitudine ed isolamento sono la stessa cosa? La solitudine è uno stato dell'essere umano, che non genera sofferenza di per se stessa. Invece, essere isolatə o sentire il senso d'isolamento, è ciò che genera, il più delle volte, la sofferenza che associamo alla solitudine. Come abbiamo visto nell'esempio precedente, quel dolore che associamo alla solitudine è in realtà la conseguenza di alcuni modi di agire ed è legato alla capacità di sentirsi compresi.

"Nasciamo soli, viviamo soli e muoriamo soli. Solo attraverso l'amore e l'amicizia possiamo crearci l'illusione di un momento che non sia di solitudine."

Orson Welles

Come possiamo vedere dalle parole di Orson Welles il dolore della solitudine e il suo legame con le relazioni è da lungo tempo oggetto di riflessione. A me piace dire che: "Nasciamo solə, solə moriamo ed, in un certo senso, solə viviamo." Essere solə quindi non implica necessariamente essere isolatə, non connessi gli uni con gli altri. Essere solə significa essere isolatə solo se non guardiamo alla vera natura di solitudine e isolamento.

Come capire se provo solitudine o senso d'isolamento

Sia che le culture moderne abbiano generato, per caso o per gusto, questa confusione di parole e concetti che descrivono solitudine ed isolamento la nostra confrontazione con la solitudine non può essere evitata.

Ma come capiamo se ciò che ci ferisce è la solitudine o il dolore dell'isolamento?

La prima cosa da fare per individuare l'origine del nostro malessere e quindi se soffriamo di solitudine o di senso d'isolamento è quella di porsi delle domande dirette:

  • Dove mi trovo?
  • Ci sono persone, animali o piante nello spazio in cui mi trovo?
  • Se si, sono io, in un qualche modo, in relazione con loro?

Se nello spazio in cui ti trovi riconosci almeno un altra persona, pianta o animale, quello che stai sperimentando è il dolore dell'isolamento e proviene dall'incapacità di entrare in relazione con loro, ovvero dalla difficoltà di interazione e comunicazione.

Se nello spazio in cui ti trovi non ci sono altre persone, animali o piante e stai sperimentando questo dolore la persona con cui hai bisogno di essere in relazione sei proprio tu! Infatti, quando riconosciamo la nostra Essenza come la prima voce a cui prestare ascolto immediatamente il dialogo interiore genera lo stato di Presenza che fa scomparire il dolore che proviamo quando non ci sentiamo ascoltate e comprese.

Questo è il primo passo da compiere:

Essere spaventatə dalla solitudine, dall'essere solə è tanto frequente da essere diventata la normalità di questi tempi, generando tante ferite e molti dolori. Trasformando la nostra relazione con lo stato di solitudine ed il dolore che proviamo quando ci sentiamo sole, possiamo riconoscere le differenze tra questa ed il dolore generato dall'isolamento, oggettivo o percettivo - non cambia! (sia esso fisico, emotivo, intellettivo o persino energetico).

Abbiamo bisogno di trasformare la nostra relazione con la solitudine e, per questo, di raccogliere gli strumenti necessari per non confonderla con l'isolamento patendo tutti i danni che l'isolamento può portare nelle nostre vite.

Senza questo nuovo sguardo sulla solitudine è facile ritrovarsi circondatə da moltissime persone o altre creature (come i nostri amici a quattro zampe), e tuttavia non essere in relazione con nessuna di queste, incluso con noi stessə. Confondere la solitudine con l'isolamento, o meglio ancora il dolore dell'una con quello dell'altra, può essere molto pericoloso perché ci mette nella condizione di perdere il nutrimento, le risorse e la forza che la solitudine può portare nelle nostre vite. Questa confusione può impedirci di rilevare il vero problema allontanandoci pericolosamente dalla sua soluzione.

Combattere la solitudine: 5 consigli pratici

Dopo aver compreso che il dolore della solitudine è, in realtà, il dolore che proviene da uno stato di isolamento (interiore o esteriore che sia), quindi una questione di connessione-relazione legata alle nostre abilità di sentirci compresi e di comprendere, è giunto il momento di passare all'azione. Per te 4 consigli pratici ed 2 esercizi per curare la solitudine.

1. Trasformare la solitudine con la Presenza

Per quanto piacevole stare in buona compagnia, per non essere solə non abbiamo bisogno di un altra persona ma piuttosto di una relazione, seppure brevissima, con un'altra creatura; meglio detto, per trasformare la nostra solitudine è necessario essere connessə, Presenti, con la Vita.

La vita è tutta una questione di connessione: connettere noi stessə con le creature intorno a noi, esseri umani, alberi ed albere, piante, fiori, animali, montagne, nuvole, cieli, sole, luna e tutto l'inelencabile.

Possiamo superare la solitudine senza entrare in relazione con noi stessə, con la parte più profonda di noi?

No, non possiamo! La relazione con te stessa è la prima relazione che è necessario costruire, poichè è quella che ti porterai sempre con te. Queste saranno le fondamenta della tua crescita e della tua strada per curare la solitudine.

E allora cosa significa essere in relazione? È davvero possibile superare il profondo sentimento di dolore e smarrimento che ci stringe quando ci sentiamo solə? E se quel dolore venisse davvero dall'essere isolatə?

La risposta a tutte queste domande è: Connessione. Connessione. Connessione. In relazione. In relazione. In relazione.

Cosa significa essere connessə con noi stessi?

Essere connessi con noi stessi significa capire cosa ci piace fare, cosa ci piace sentire, cosa ci spaventa, cosa ci fa dolore, cosa ci nutre , cosa ci consuma ecc. Sembra strano a dirsi perché si presume dovremmo essere sempre connessə con la nostra vita, eppure, sfortunatamente, non è sempre proprio così. Potremmo starci muovendo, mangiando, parlando, piangendo, ridendo, facendo sesso o espletando i nostri bisogni fisiologici eppure ancora non essere veramente sintonizzatə con la vita, la nostra vita.

Quindi, il primo passo per uscire dalla solitudine è essere connessə, e in relazioni appaganti.

 

Esercizio 1 - creare una nuova relazione:

  • Passo 1: regalati una nuova pianta e dalle un nome; trova un tempo per una gita al tuo negozio di piante preferito e inizia la ricerca della tua nuova amica
  • Passo 2: prenderti qualche attimo per capire quale può essere il posto migliore della casa in cui metterla, facendo attenzione che il posto renda facile una conversazione intima o bada che il vaso sia trasportabile magari sul tuo tavolo da lavoro o se possa avere uno spazio dovo fai i tuoi esercizi;
  • Passo 3: quando la tua nuova amica avrà un nome e uno spazio comodo in cui poterti ascoltare prenditi un tempo durante la giornata, anche di 5', perraccontarle ciò che non ha ancora trovato orecchie a cui essere affidato. Le piante hanno una grande capacità di ascolto, perché senza giudizio e per natura mantengo tutti i segreti.

Questo semplice esercizio ti aiuterà a migliorare la tua capacità di articolazione delle emozioni e pensieri, migliorerà la tua capacità di analisi ed elaborazione degli eventi. Ultimo ma non ultimo, potersi aprire sapendo di poterci affidare completamente ad un ascoto privo di giudizio e totalmente privato pur godendo del potere dell'interlocutore e quindi della testiomonianza trasforma immediatamente lo spazio e la nostra percezione di noi stesse, degli eventi e dello spazio stesso. Dopo qualche giorno, non solo sarà impossibile sentirsi sole ma si avrà, addirittura, il nutrimento del dialogo di fiducia. Infatti, appena connessə ad un altra creatura, immediatamente, scopriamo di non essere più solə. Quando troviamo un modo di entrare in relazione anche solo con un fiore nel nostro giardino, o nella nostra terrazza, o con i nostri amici a quattro zampe immediatamente non siamo più solə. Chi ha già un animale domestico penserà di non avere giovamento nell'adozione di una nuova amica verde eppure scoprirà che così non è. Gli animali hanno una capacità di dialogo diversa degli animali e degli esseri umani, oltre quello che potrebbe sembrare scontato. Pravare per credere!

2. Creare una relazione forte con noi stesse

Come abbiamo imparato nello step precedente, la Presenza è la grande cura per il sentimento di solitudine, per la nostra paura di essere solə. Perché essere Presente apre la porta a tutte le connessioni, a tutte le relazioni. Essere Presenti è il solo modo di essere davvero 'con' altre creature. Ma per non sentirci solə abbiamo davvero bisogno di più di una altra creatura o l'altra da me può essere la parte più profonda ed antica di noi stessə? Nell'istante in cui ci manifestiamo Presenti ci riscopriamo almeno in due e niente è più solitudine. La cultura moderna ci ha ingannatə, in qualche modo traditə, lasciandoci credere di avere bisogno del caos intorno a noi per essere pienə, convincendoci che se il suono colpisce le nostre orecchie, se altre persone colpiscono il nostro fisico - non importa come lo facciano, non importa se ci ferisce - comunque significa che non siamo solə e non dobbiamo essere più spaventatə o avere paura per la nostra vita o di noi stessə. Eppure, per quanto ben venduta, questa è una menzogna, una velenosa bugia: la peggiore, come solo può essere la maniera più dolorosa in cui stare. È noto quanto sia difficile creare un autentica relazione anche in uno spazio di vera quiete, e fare questo nel caos è semplicemente impossibile.

Esercizio 2 - Narrazione costruttiva:

  • step 1 - Identifica 1 o 2 momenti della tua giornata in cui praticare i tuoi 10 minuti di 'Narrazione costruttiva'
  • step 2 - Scegli lo spazio più adatto. Dopo che hai stabilito i tempi per l'esercizio di narrazione costruttiva; trova una posizione comoda, prepara una tisana o prendi con te un bicchiere di acqua; quindi, chiudi gli occhi e lascia che il pirmo sorso comunichi alla tua mente e al tuo fisico l'inizio dell'esercizio.
  • step 3 - Riguarda alla tua giornata descrivendone gli eventi che ritieni più salienti con la voce narrante di chi sa di avere avuto la meglio, come se la raccontassi ad una amica che ha bisogno di nutrirsi dei tuoi successi. Mantieni sempre gli occhi chiusi e ricorda che la descrizione non ha bisogno di essere fatta a voce alta.
  • step 4 - Quando ritieni che la narrazione sia conclusa poggia la tazza o il bicchiere sulla superficie a te più comoda, lasciando che questo gesto comunichi alla tua mente e al tuo fisico il termine della narrazione.

Al termine dell'esercizio non affrettarti a metterti in azione e se puoi concediti qualche istante per osservare che effetto ti ha lasciato l'ascolto della tua narrazione, da te a te stessa. Quindi, con gentilezza ritorna alle tue azioni.

3. Aprirci alla relazione-connessione

La buona notizia è che essere solə è necessario per creare le relazioni con cui non essere isolatə!
Ecco il punto di partenza necessario per non avere una vita di isolamento: trovare un nuovo sguardo con cui guardare alle relazioni.
Ciò che abbiamo chiamato solitudine è la nostra carenza di connessione, il sentimento che rispecchia la nostra relazione con la vita che sentiamo di non avere ancora trovato. Il dolore che associamo al sentirci sole è il modo in cui la nostra Essenza ci parlano per invitarci ad essere presenti davanti alla nostra carenza di comunicazione ed alla nostra carenza di relazione con la vita stessa.
Meglio non confondere descrizioni con maledizioni, dinamiche con ineluttabilità. Diamo alle nostre Essenze la solitudine a cui appartengono e liberiamole dagli isolamenti che inaridiscono le nostre giornate.

4. Coltivare relazioni appaganti con gli altri

Dopo avere scoperto l'importanza che nella cura del sentimento di solitune ha la nostra capacità di entrare in dialogo e quindi in relazione con gli altri, ora è tempo di occuparci del piacere. Avviciniamoci al tema del piacere ed alla sua importanza nella cura della solitudine procedendo con alcune domane.

In che modo una relazione appagante è cura della solitudine? Che ruolo hanno le relazioni e il piacere che provviene da queste nella gestione del dolore della solitudine?

Che forma ha una relazione appagante?

Già da bambini abbiamo iniziato a scoprire la relazione tra piacere e nutrimento e questo non solo per il piacere di bere dal seno della nostra mamma. Una relazione piacevole è sempre una relazione nutriente e questo è, qualunque sia il tipo di nutrimento che ci restituisce. Possiamo avere relazioni di nutrimento fisico (come quelle legate al cibo o alla sessualità o alla realizzazione economica), di nutrimento intellettuale (come quelle caratterizzate da scambi di informazioni importanti e stimolanti), di nutrimento emozionale (per sempio quando ciò che ruota intorno alla relazione mi fa sentire 'bene') e così via. Qualunque sia il tipo di nutrimento che una relazione può darci noi dobbiamo poterne riconoscere almeno un tipo, se non possiamo la relazione di cui sopra non è una relazione di appagamento e quindi, nell'economia delle relazioni, è un investimento a saldo negativo.

5. Curare la solitudine con l'aiuto delle Piante

Ultimo ma non ultimo per importanza è il consiglio di conoscere meglio le piante e i fiori che possono supportare i nostri cambiamenti, quelli necessari a liberarci dai dolori di una vita che patisce i dolori dell'isolamento. La scoperta di un nuovo modo di guardare alla nostra solitudine è di per se un cambiamento, e come tutti i cambiamenti necessita di almeno 21 giorni per entrare nella nostra routine. Quindi, nessuna fretta e nessuna corsa nel raggiungere l'obiettivo. Adesso decidi solo di iniziare il cambiamento e sappi che puoi scegliere di accompagnare e rafforzare il tuo percorso insieme agli strumenti condivisi negli appuntamenti di Corsi e Percorsi sui Fiori di Bach e quelli dedicati alle ferite invisibili (come Superare i traumi con le Piante) oppure puoi iniziare sperimentando da sola la cura delle Piante con i fiori di Bach di seguito suggeriti e la pratica dei consigli ed esercizi sopra descritti.

Qui di seguito qualche piccolo suggerimento per curare la solitufine con l'aiuto delle piante. Tra i Fiori di Bach consigliati nel dolore della solitudine ricordiamo:

  • Mustard è il fiore per uscire dagli stati di depressione endogena, profonda e paralizzante; per superare la tristezza dolorosa senza causa apparente. Il fiore di Mustard aiuta a ritrovare interesse nel presente, dissipa l'oscurità aiutando a venire a patti con il problema.
  • Agrimony è il fiore per tutti i tormenti, ti aiuta ad ascoltare la tua voce interiore superando la paura di incontrare il dolore e scoprirne le cause. Può capitare di nascondere i nostri dolori per paura che le persone intorno a noi possano allontanarci a causa di questi. Così, trascinati dalla paura di non essere scelti per chi siamo, inclusi i nostri dolori, possiamo finire per raccontare agli altri e a noi stessi che tutto va sempre e solo bene, anche quando dentro il dolore ci tormenta.
  • Heather è uno dei fiori principali per ritrovare il contatto con la nostra Essenza. Heather è il fiore necessario quando sentiamo di non essere capaci di vivere da soli, questo fiore libera dall'ansia della difficoltà di comprendere il senso della vita.

Fai un passo al giorno, e un po' come con le diete...accetta la fetta di torta fuori programma, perdonati.. e riprendi subito con gli esercizi. Se hai bisogno di una mano, scrivimi e sarò lieta di rispondere alla tue riflessioni e domande.


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